Calcio e Salute, focus sulla tendinite achillea

Lo speciale Calcio e Salute a cura del fisioterapista Alessandro Diomedi

Calcio e Salute, focus sulla tendinite achillea

Nuovo appuntamento con "Calcio e Salute" rubrica curata dal fisioterapista Alessandro Diomedi, buona lettura...

Questa tendinopatia rappresenta ben il 18% degli infortuni legati alla corsa rendendola la più frequente sindrome da sovraccarico dell’arto inferiore.

Il tendine d’Achille, o tendine calcaneare, è il più largo e forte tendine del corpo umano. Si calcola che sia in grado di sopportare carichi che possono arrivare fino a 500kg; con ciò si intende che il tendine d’Achille, durante l’attività dinamica che va della corsa alla comune passeggiata, viene caricato di un valore pari almeno 8 volte il peso corporeo. La sua principale funzione è di trasferire la forza della muscolatura del polpaccio (gastrocnemio e soleo) al piede e quindi sollevare il tallone nella fase di spinta della camminata.

L’infiammazione si crea nella parte terminale del tendine (vicino al tallone) per carichi di lavoro eccessivi, microtraumi durante la corsa su terreni troppo duri (campi sintetici), scatti e salti a muscolatura ancora fredda e calzature che non assorbono in maniera corretta le micro vibrazioni durante il gesto atletico. La tendinite scaturisce quando il corpo non è più in grado di riparare tutte le micro lesioni del tendine e quindi si crea nei tessuti uno stato infiammatorio. Uno dei casi più comuni che porta all’insorgenza di questa patologia è iniziare l’allenamento  con degli scatti come riscaldamento, a muscolatura ancora fredda. Oltre ai fattori meccanici sono presenti anche fattori ereditari quali piede piatto o piede cavo che contribuiscono ad aumentare la probabilità d’insorgenza della tendinite.

Il sintomo principale è un dolore sordo o tagliente situato circa 2-6cm sopra il tallone, con possibile calore e rossore della zona dolente.

Nelle fasi iniziali il dolore è più intenso quando al mattino si scende dal letto ma poi si riduce con il cammino. Non è un dolore acutissimo e permette di compiere le attività quotidiane senza eccessive limitazioni.

In una seconda fase il dolore si avverte anche durante l’arco della giornata o dell’allenamento ma non fino al punto di non riuscire a camminare o correre. In questa fase il dolore è più vivo dopo l’attività fisica e palpando il tendine, appare tumefatto e ingrossato. Spesso durante la flesso-estensione della caviglia si avverte in prossimità del gonfiore una sensazione di crepitio come quando si calpesta la neve fresca.

In una terza fase il quadro sintomatologico può degenerare formando lungo la struttura tendinea una o più protuberanze in corrispondenza delle aree lesionate  che possono provocare vere e proprie lesioni tendinee. Se queste lesioni non vengono trattate con un adeguato trattamento fisioterapico possono portare alla rottura completa del tendine e quindi alla necessaria terapia chirurgica.

Di fondamentale importanza per la diagnosi sono dei test clinici, eseguiti da uno specialista, e un’ecografia al tendine.

Calcio e Salute, focus sulla tendinite achillea: il trattamento

Il trattamento prevede nella fase iniziale applicazione di ghiaccio e assunzione di antinfiammatori FANS, ma per non più di 2/3 giorni. Se nell’allenamento successivo a questa prima terapia si ripresenta il sintomo doloroso è bene sospendere l’attività per circa 2 settimane e rivolgersi ad un fisioterapista. La fisioterapia prevederà un insieme di trattamenti con ultrasuono o tecarterapia per andare a stimolare i tessuti danneggiati; stretching muscolare per non far perdere la flessibilità dei tessuti; massaggio profondo trasverso e rinforzo eccentrico della muscolatura. Una volta passato il periodo di riposo sarà possibile riprendere l’attività sportiva in modo graduale e concentrandosi, almeno per i primi 25/30 giorni, sull’allenamento propriocettivo ed eccentrico della muscolatura colpita al fine di evitare eventuali recidive.

Calcio e Salute, focus sulla tendinite achillea: la prevenzione

La prevenzione ci consente di ridurre il rischio d’insorgenza della tendinite. Molto importante è mantenere un corretto allungamento muscolare del polpaccio con dei semplici esercizi di allungamento (es. poggiando la punta del piede sopra uno scalino basso e spostando il peso del corpo anteriormente) e rinforzarlo con degli esercizi eccentrici (es. poggiare la punta dei piedi su una scala e portare lentamente in basso i talloni). Molto utili sono gli esercizi di propriocezione per aumentare la stabilità articolare.

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