Ternana, road to ripescaggio: situazione delicata a Bari

Ternana, road to ripescaggio: situazione delicata a Bari

L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport afferma che il salvataggio del Bari è ancora possibile. Il sindaco Antonio Decaro starebbe sondando l’imprenditoria della città, per garantire un futuro alla società biancorossa.  Intanto però Paparesta si è tirato fuori dai giochi. "Il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale – scrive in un post l'ex presidente –nonostante le sollecitazioni mie e dei miei legali, dopo ben 4 giorni dalla scadenza del termine fissato, non mi ha fatto ancora sapere se l’aumento di capitale sia stato regolarmente completato. Considerando
il rischio di mancata iscrizione al campionato, della certe prossime penalizzazioni e soprattutto della assoluta assenza di chiarezza e di comunicazione dovuta ad un socio, non volendo essere di ostacolo a qualsiasi operazione di salvataggio della società, comunico con enorme rammarico l’inevitabile venire meno di qualsiasi interesse da parte mia e delle persone interessate a sostenermi in questo aumento di capitale."

Bari, ieri riunione del CDA

Un CDA molto lungo, afferma la Gazzetta, quello svolto ieri a Roma. Se la ricapitalizzazione fosse stata a portata di Giancaspro (ieri la Corte di Appello Federale ha accolto il ricorso del Bari circa l’inibizione di 3 mesi inflitta al presidente, riducendola a 1; ridotta anche la sanzione alla società da 20.000 a 8.000 euro), i lavori non si sarebbero protratti. Peraltro con l’ausilio di una video conferenza: alcuni membri del CDA e del collegio sindacale erano impegnati a Bari.

Si domanda il quotidiano in rosa: il motivo principale del contendere? La caparbietà del presidente. Pare che Giancaspro abbia esibito alla compagnia un credito di 3 milioni di euro, vantato da due diverse società. L’importo necessario a ricapitalizzare, con l’aggiunta del milione e mezzo utilizzato per il pagamento degli stipendi (marzo/maggio), messo in conto capitale. Procedura che sarebbe stata respinta dal collegio sindacale e da una parte del CDA. Per sbrogliare la matassa serve solo denaro contante.

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