Calcio e salute, cause più comuni della lesione al collaterale mediale

Calcio e salute, cause più comuni della lesione al collaterale mediale

Un nuovo speciale a cura del dottor Alessandro Diomedi. Il fisioterapista analizza le cause più comuni della lesione al collaterale mediale, uno dei legamenti, che insieme al collaterale laterale e i crociati, danno stabilità al ginocchio. Lavorando in simbiosi con il collaterale laterale, queste strutture evitano un movimento di traslazione laterale del femore sulla tibia. La funzione principale è quella di stabilizzare il ginocchio durante i movimenti e consentire una flesso-estensione corretta senza inclinazione laterale dell’articolazione.

La rottura del collaterale è scaturita dalla rotazione del ginocchio involontaria che spesso si associa con la rottura di un crociato. Le principali cause sono dipese da:

  • Un contrasto dove viene colpita la parte esterna del ginocchio
  • Atterraggio dopo un salto (ad esempio a seguito di un colpo di testa) o su qualcosa di sconnesso (palla o sopra un altro calciatore)
  • Cambio di direzione troppo violento dopo un leggero infortunio non trattato accuratamente e un troppo affrettato rientro alla competizione

La degenza prevista:

  • 2-4 settimane per una lesione non grave
  • 4-8 settimane per una lesione medio/grave
  • 3-4 mesi rottura e trattamento chirurgico

Appena lesionato si consiglia di immobilizzare il ginocchio nelle 24 ore successive effettuando esami radiografici o una risonanza. Ripartire gradualmente dato che tutte le componenti sia muscolari che articolari necessitano di riguadagnare stabilità e propriocezione. Gli esercizi da svolgere sono quelli a livello di articolazione e dopo il recupero si può pensare di potenziare il muscolo e sviluppare un percorso di riatletizzazione. Il recupero anticipato è dipeso essenzialmente dalla fisioterapia, soprattutto da come e per quanto tempo la si fa. Nella fase acuta (primi 7 giorni) è consigliabile svolgerla in acqua mentre nella seconda fase in ambulatorio seguiti dal fisioterapista. I carichi – molto dipendono anche dal dolore avvertito – deve essere graduale dopo aver ricevuto le indicazioni dell’ortopedico.

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