Ternana, Gaetano Vastola: "Avrei voluto indossare la maglia rossoverde"
Un post comparso sui social media e il successivo comunicato della Narnese per ufficializzare il tutto. Dopo ventiquattro anni di onorata carriera Gaetano Vastola lascia il calcio giocato. “Non lo avevo previsto ad inizio stagione. Tuttavia quando ti mancano le motivazioni è giusto prendere una decisione, fare una scelta ed appendere gli scarpini al chiodo – afferma l’ormai ex rossoblù - Mi dispiace tanto per la Narnese dalla società, ai compagni ed al mister. Non esiste un gruppo come quello rossoblù nel campionato di Eccellenza. Una grande famiglia, veri e propri fratelli accomunati dall’amore per questo sport. Si è creato qualcosa di importante, speciale e sono sicuro che i ragazzi disputeranno un grandissimo torneo. Anzi, spero di poter festeggiare con loro a giugno perché consapevole della loro forza. In questo contesto però occorre essere razionali; la società fa tanti sacrifici, soprattutto da un punto di vista economico, non mi sentivo più importante ed era necessario fare un passo indietro”.
- foto Virtus Lanciano
Un aneddoto risalente a qualche stagione fa
Il classe 1978 da ventidue anni è legato indissolubilmente al territorio. “La Ternana era in Serie C e con il Lanciano mi trovato a disputare il campionato cadetto. Avevo un grande desiderio ossia indossare i colori rossoverdi, mi volevo avvicinare alla famiglia. Purtroppo però questa opportunità non si è concretizzata ma ho sempre seguito con attenzione le vicissitudini delle Fere”. Quali i momenti più belli vissuti da calciatore? “Il sogno di ogni bambino è quello di giocare in Serie A. Ci sono riuscito indossando la casacca dell’Ascoli. Ero fuori rosa poi arrivò mister Sonetti. A lui sono particolarmente legato, mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto debuttare nel massimo campionato. Nel gruppo c’erano elementi del calibro di Pagliuca, Di Biagio, Delvecchio per citarne alcuni. Inoltre, naturalmente, il periodo trascorso a Lanciano. L’emozione più grande? Sicuramente la tripletta segnata al Cittadella, non ci credevo neppure io”. Proprio nell’esperienza in rossonero l’opportunità di conoscere Mammarella, Marilungo e Paghera: “Ci sentiamo spesso, alcune volte andiamo anche a cena insieme. In quegli anni si creò un ottimo rapporto proseguito nel tempo. Seguo da vicino la Ternana, è stata allestita una squadra compatta e competitiva composta prima da uomini che da calciatori. Se le cose non vanno spesso i problemi risiedono nello spogliatoio più che nel gioco espresso. Siamo tutti amici ma quando c’è qualcosa che non va non si deve guardare in faccia nessuno, questo è l’aspetto preponderante”
