Olympia Thyrus, il racconto di Alessandro Cavalli: "Il doppio salto con l'Atletico Orte"

Alessandro Madolini   13:00   11/04/2020   Promozione    1.000 views

Olympia Thyrus, il racconto di Alessandro Cavalli: "Il doppio salto con l'Atletico Orte"

Nuovo contest: “Raccontalo a calcioternano.it”. Narraci un aneddoto che ha caratterizzato la tua vita calcistica nel mondo dei dilettanti ternani. Inviaci il racconto a info@calcioternano.it oppure sulla chat messenger del profilo facebook di Redazione Calcio Ternano. Di seguito la storia di Alessandro Cavalli allenatore della prima squadra e direttore tecnico del settore giovanile e scolastico dell' Olympia Thyrus.

"In 30 anni di calcio l'esperienza più significativa, per la particolarità originale con cui è iniziata e con cui è finita, è il ciclo dell'Atletico Orte. Dove dal "niente" siamo arrivati all'Eccellenza con la prima squadra. Siamo riusciti, anche, a mettere in piedi un ottimo settore giovanile vincendo Juniores ed Allievi provinciali e disputando poi i tornei regionali A2."

La nascita del progetto

"Tutto nasce nella tarda primavera del 2012 dove l'avvocato Massimo Brugnoletti, insieme ad altri amici di Orte, mi coinvolgono e mi dicono che hanno in mente di prendere un titolo sportivo. La società di calcio non esisteva e volevano attuare un connubio, particolarissimo, tra il calcio a 5 della B&A Sport ed una squadra di calcio dilettantistico creando un nuovo importante progetto originale dal punto di vista nazionale. Nasce tutto in un albergo di Orte dove vengo convocato per buttare giù le linee programmatiche di questa nuova avventura. C'erano però tanti problemi d'affrontare. Uno di questi l'aspetto logistico. La squadra, essendo ubicata nella provincia del Lazio, non ha il permesso di giocare il campionato umbro.

In quell'anno si libera il titolo sportivo della Fornolese, società militante nel torneo di Prima categoria dell'Umbria, e cosi il presidente Brugnoletti acquista quel titolo. C'è ancora l'ostacolo campo: non si può giocare ad Orte. Oltre all'impianto sportivo ed ai giocatori non esiste un'organizzazione generale di nessun tipo. Si deve quindi creare una squadra da capo in tutte le sue componenti. Io, insieme a Luciano Nesta (attuale presidente dell'Ortana ndr), il quale svolgeva il ruolo di direttore sportivo, ci siamo messi a contattare i calciatori per proporre quello che avevamo in mente. Mi sono rivolto, principalmente, a ragazzi che già avevo avuto in altre prime squadre e nelle giovanili della Ternana e da li abbiamo cominciato a mettere in piedi la squadra."

Il record di punti

"Dal punto di vista tecnico, la rosa composta, era meravigliosa perché avevamo giocatori dallo spessore di Fusco, Rampiconi, Moretti, Morelli, Rimini, Russo, i fratelli Bobboni, Brugnoletti cioè tanti giocatori forti. Avevamo affrontato la Prima categoria, tra mille difficoltà, giocando al campo del Terra Umbra senza pubblico se non amici e parenti dei giocatori. In quell'anno però, oltre alla vittoria del torneo totalizzando il record di punti di tutti i campionati dilettantistici umbri, si erano condivise tante avventure di natura personale, come anche dei lutti, le quali ci hanno legato moltissimo negli anni a venire. Vittoria del campionato in modo trionfale con una solo una sconfitta, contro il Real Avigliano, e solo tre pareggi.

L'avventura in Promozione

"La stagione successiva ci vedeva protagonisti in Promozione. Non avevamo improntato l'annata per vincere il torneo, stesso discorso dell'anno prima. Per tutti, anche questa, era un'altra nuova avventura da affrontare. Per quanto riguarda la costruzione della squadra avevamo implementato nell'organico solo due innesti: Nori e Gentili. La rosa, ne suo complesso, era identica a quella passata. Prima dell'inizio della stagione, soliti problemi: non avevamo un campo di gioco e non avevamo una sede. Per le stesse ragione di un anno prima non potevamo usufruire dell'impianto sportivo di Orte, insomma apolidi sotto ogni punto di vista. Riusciamo quindi a disputare le nostre gare nel campo del Terni Est."

Altra vittoria di un campionato

"Campionato trionfale anche quello di Promozione. Eravamo riusciti a rimanere imbattuti per tutto il torneo di andata, vincendo partite importanti. Nel girone B avevamo lottato, fino alla fine, con Orvietana e Campitello per il titolo ma erano presenti anche realtà come Nuova Gualdo Bastardo e Ducato. La prima sconfitta, nella prima gara di ritorno, a Marsciano contro la Nestor ma anche quell'anno c'era stato un lutto da piangere. Il padre dei fratelli Bobboni, Antonio, ci aveva lasciato prematuramente. Per la società era una figura di rilievo sul piano organizzativo. Il campionato però doveva proseguire cosi anche le nostre partite. Giocavamo un calcio diverso rispetto alla Prima, più pratico e solido. Avevamo giocatori risolutivi per la categoria e vincemmo la Promozione con tre giornate d'anticipo pareggiando, 1-1, in casa dell'Amerina. Ci eravamo ritrovati in Eccellenza quando, 24 mesi prima, non avevamo neanche un giocatore."

Il torneo di Eccellenza

"Capitolo Eccellenza. Nel frattempo, il presidente, nell'ambito delle sue iniziative, aveva tentato di fare una sorta di centro organizzativo e tecnico nell'impianto di Arrone; nel paese della Valnerina disputavamo le nostre gare. Campionato difficilissimo, noi avevamo la stessa squadra della Promozione. Andando avanti qualcosa si era rotto, a livello generale, ma eravamo riusciti a portare a termine il torneo. Qui l'epilogo della storia ed il secondo paradosso. Si perchè il primo è stato l'inizio dell'avventura mentre il secondo la sua fine. Per il rotto della cuffia eravamo riusciti a partecipare ai play-out per aver diminuito, arrivando a quattro lunghezze, il distacco di punti dalla quintultima in classifica."

La beffa finale

"Ci trovavamo, quindi, a disputare la partita da dentro fuori, con solo la vittoria a nostro favore, contro il Lama. Ci eravamo quasi riusciti. In vantaggio per due volte, poi raggiunti, ci era stato annullato un gol nettissimo, di Gimmelli, ai tempi supplementari. La cosa più assurda, rimasta eclatante al momento ma poi non ne ha parlato più nessuno, ma per chi l'ha vissuta come me è stato un profondo graffio alla storia calcistica umbra: avevamo realizzato il gol salvezza al 120' dei supplementari ma mentre la palla stava per entrare in porta l'arbitro fischiava la fine della partita. Circondato da noi tutti, il direttore di gara, non era riuscito a dare una spiegazione plausibile a quanto accaduto. Avevamo fatto quattro gol validi alla finalissima play-out e ce ne aveva dati solo due. Sta di fatto che retrocedemmo. Con questa retrocessione finisce un percorso avviato tre anni prima con episodi belli ed altri meno. E' l'originalità con cui inizia questa avventura e l'originalità, credo che a livello nazionale non sia mai avvenuta, con cui termina. Forse il filo conduttore di questa storia fa parte di una logica generale, in cui, le cose iniziano e terminano allo stesso modo! "

 

 

 

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