TERNANA Carattere, grinta, determinazione ed una crescita costante dalla cintola in giù. Anemia quasi astinenza mista ad assenza, negli ultimi venticinque metri di campo. E' una Ternana che ottiene il quarto risultato utile consecutivo, rafforza la sua solidità difensiva, risultando tra le migliori del torneo ma fatica enormemente in fase offensiva. Alla vigilia del match contro il Bari i dati erano incontrovertibili: pericolosità al 31% (peggiore solo l'Avellino) e tiri in porta 2,5 di media, anche in questo caso irpini sotto i rossoverdi. E dopo il match di ieri questi dati non potranno che essere peggiorati perchè, le Fere, non sono quasi mai riuscite ad occupare la trequarti avversa, concludendo dalla media distanza, in due circostanze, senza impensierire troppo Ichazo. E' pur vero che ci sono due aspetti da rilevare: il primo riguarda la consequenzialità delle gare disputate ovvero 5 in 17 giorni con due giorni di riposo di media, in meno, rispetto alle altre contendenti. Inoltre i cinque punti di vantaggio rispetto alla quinta gara dello scorso anno dove la Ternana conquistò un punto contro il Cagliari. Questione di modulo o uomini a disposizione? Il nostro giudizio propende per la seconda ipotesi. In fondo il 4-3 sta dando ampie garanzie nella copertura, transizione ed interdizione. Ma con i tre davanti se schierati con 1-2, 2-1 0 3 la questione riproposta è sempre la stessa: ci sono giovani promettenti, talenti e potenzialità enormi nel roster rossoverde. Elementi che comprensibilmente hanno bisogno di conformarsi alla categoria e superare le difficoltà di adattamento. La disamina di Carbone, post partita, è interpretabile in tal senso: la lucidità mancata nella fase di finalizzazione potrà essere perfezionata con il tempo, migliorata dalle cosiddette "settimane tipo" dove le Fere potranno lavorare a piena gittata senza impegni consequenziali. Ci teniamo stretti l'encomiabile impegno, dedizione, interpretazione della gara, sacrificio di questi ragazzi ma occorrerà aumentare il peso specifico negli ultimi venticinque metri, onde evitare di ritrovarsi un'opera incompiuta ed incompleta nel proseguo del torneo