La violenza nel calcio, un altro episodio da censurare
Un pomeriggio come gli altri, quello che stiamo per raccontare. Quella parte del mondo redazionale che ci appartiene, ogni volta che ci muoviamo sui campi di gioco. Si parte dopo pranzo muniti di pc, macchinetta fotografica, un taccuino, una penna e la voglia di assistere ad un incontro ricco di emozioni da raccontarvi
A maggior ragione quando si seguono le gare del settore giovanile dove, molto spesso, i ragazzi offrono esempi di sportività da ammirare. In quelle categorie il risultato può anche passare in secondo piano e le tensioni che si generano sono meno evidenti. Sugli spalti il clima è quello giusto: serenità, silenzio ed il desiderio di poter assistere alla giocata del singolo, all'azione del gruppo, allo spunto vincente. Insomma i presupposti ci sono tutti. E' anche e soprattutto il primo week dopo l'aggressione subita da un giovane arbitro in Promozione laziale. In questa settimana c'è stato l'intervento dell'assessore Elena Proietti che ha raccontato la sua storia al TG1 durante una gara di calcio dilettanti della nostra regione, quattro anni fa. "No alla violenza sugli arbitri" aveva scritto sulla propria pagina facebook. La partita inizia, si fa subito intensa ma corretta. Il direttore di gara concede un calcio di rigore e qui un episodio al quale fatichiamo ancora a comprendere il senso. Una persona dalle tribune lascia partire degli epiteti come ....fanno bene poi a menarvi, ecco perchè poi ve menano quando fate così...riferendosi proprio all'episodio di domenica scorsa. Tralasciamo ulteriori frasi che non si possono riportare per decenza. Doveva essere, almeno questo, un week end di rispetto, doveva. Alcuni spunti di riflessione però sono doverosi. In primis è constatato che l'ignoranza (in senso di mancanza) venga utilizzata nello scagliarsi sempre con chi ha il diritto di fare bene e sbagliare, come ogni essere umano o come ogni singolo calciatore. (Assurdo pt 1)
Successivamente probabilmente si ignora (ignoranza in senso stretto) che le parole possono essere etichettate come violenza, seppur verbale (Assurdo pt 2). In terzo: il contesto di una partita serena, diretta serenamente, dove i calciatori la vivono serenamente, gli sportivi sulle platee altrettanto. Inspiegabile il perchè di gettare ignoranza e violenza in questo modo (Assurdo pt 3). Purtroppo non sarà il primo nell'ultimo episodio. Ne sentiamo e vediamo di tutti i colori anche se, fortunatamente, sono proprio i presidenti ed i dirigenti delle società i primi a calmare gli animi più esagitati. Chiudiamo con una provocazione: se tutti i direttori di gara si organizzassero e lasciassero vuoti i campi senza avvisare preventivamente se ne sentirebbe la mancanza? La risposta è semplice: la partita non si potrebbe giocare. Lasciamoli liberi di sbagliare in buona fede ed isoliamo gli ignoranti. L'ignoranza genera violenza e la violenza non può entrare in alcun modo nei campi di calcio. Solidarietà a tutti i direttori di gara!
