Dilettanti, il rinvio del Consiglio Federale procrastina una decisione inevitabile
Un parere praticamente unanime avvolge, seppur virtualmente, il movimento dilettantistico del territorio ternano (e non solo ndr). Non ci sono le condizioni per riprendere a giocare a calcio ed assicurare le condizioni minime di sicurezza e salute pubblica. Se in Serie A si cerca una soluzione a riguardo dalla Lega Pro ai Dilettanti l'idea è quella di fermarsi in modo definitivo.
Il rinvio del Consiglio Federale
Il prossimo 8 maggio si sarebbe dovuta tenere una riunione importantissima per il futuro prossimo del calcio italiano. La Federcalcio ha però rinviato la seduta per cercare di monitorare ulteriormente la situazione epidemiologica. Sia in C che dalla D in giù non ci sono le condizioni per conformarsi ai protocolli sanitari. Per tornare a giocare - infatti - occorrerebbe un auspicato quanto necessario ritorno alla normalità oppure come affermato da Cosimo Sibilia aspettare un aiuto del Governo.
Ci sono ulteriori aspetti fondamentali da prendere in esame. In primo luogo si prolunga inevitabilmente l'eventuale ripresa senza aver preso una decisione in merito. Lo sport dilettantistico è anni luce distante da quello professionistico. Pensare di riprendere il campionato a luglio equivarrebbe a giocare la sera, avere a disposizione impianti di illuminazione adeguati per tutte le categorie e soprattutto calciatori che si presterebbero a scendere in campo. Naturalmente senza dimenticare l'aspetto preponderante ossia gli ulteriori costi da sostenere per terminare la stagione. E allora non sarebbe meglio prendere una decisione definitiva per iniziare a programmare il prossimo torneo magari trovando delle soluzioni per venire incontro alle esigenze dei presidenti in difficoltà?.
