Ternana, delusione e riflessioni: tenere botta e voltare pagina

Nove gol subiti dalla Ternana in tre gare, quattordici in cinque se computiamo anche la Coppa Italia. Bastano questi numeri per capire le difficoltà emerse in questo approccio alla Serie B. La difesa d’acciaio della prima parte dello scorso campionato è dunque un lontano ricordo, come la cavalcata trionfale che consentì alle Fere di tagliare il traguardo con quasi due mesi di anticipo. Nonostante un inizio di torneo davvero nefasto è necessario avere la lucidità per non buttarsi giù. Tenere botta assolutamente sì perché questa è una squadra con valori importanti, costruita per recitare una parte da protagonista. Tuttavia è altrettanto fondamentale voltare pagina. Nove reti subite sono davvero troppe per una compagine che vuol quantomeno salvarsi. Non è di certo pensabile di disputare un campionato con l’obiettivo di segnare un gol più degli altri. E quindi la riflessione va fatta, non tanto sui singoli calciatori ma quanto sull’intera fase difensiva. Troppi gli errori concettuali commessi, le disattenzioni a difesa schierata che sono costati punti e soprattutto delle vere e proprie mazzate al morale. Partiamo, ad esempio, dal secondo gol del Pisa di sabato. La Ternana era riuscita a conquistare il prezioso pari su rigore.

Non c’è stato neppure tempo di esultare che è arrivata un’autorete goffa quanto letale, sebbene ci fosse tutto il tempo per recuperare. Senza dimenticare la terza marcatura di Lucca, scaturita da una leggerezza imperdonabile. Fondamentale dunque limare ogni singola sbavatura perché la categoria di differenza pesa. Anzi, quest’anno, con una B così competitiva forse ce ne passano quasi due. Sarebbe ingiusto prendersela con i singoli calciatori e le prestazioni profuse sul terreno di gioco. La delusione è enorme perché tutti auspicavamo una partenza diversa. In molti si chiedono: Ternana troppo spregiudicata? Centrocampisti inadatti per fare filtro e copertura? Modulo offensivo non pertinente con la B? Servivano altri tipi di difensori?. L’unica risposta al momento possibile è la seguente: la sensazione di sicurezza che traspare nella fase difensiva la quale concausa errori e paure. Tuttavia non ci sono da fare drammi. L’approccio alla cadetteria serve a questo: “Si chiama impara” sotto certi punti di vista e speriamo che la macchina tanto amata possa davvero partire al più presto.