Giove, Renato Tantari: “I nostri ragazzi encomiabili a servizio dei concittadini in difficoltà”
E’ una prova davvero difficile quella che sta affrontando la comunità di Giove. A seguito dell’ordinanza emessa da Donatella Tesei – presidente della Regione – il comune è stato dichiarato ‘zona rossa’ con una serie di ulteriori limitazioni rispetto a quelle indicate dai Decreti del Presidente del Consiglio. I cittadini si sono rimboccati le maniche e auspicano che questa situazione possa terminare al più presto, magari alla scadenza delle due settimane ormai prossima. Il presidente Renato Tantari, intervenuto al microfono di www.calcioternano.it ci racconta cosa sta accadendo.
“Dispiace non poter vedere i miei ragazzi. La zona rossa ha aggravato ulteriormente la situazione ma – tengo a precisare – non c’è niente di preoccupante. Sono stati fatti moltissimi tamponi con conseguente numero di positivi. Purtroppo una badante è deceduta. Per precauzione hanno fatto la zona, piano piano stiamo tornando nella norma. Ci conosciamo tutti qui a Giove. Siamo un pizzico rassegnati perché non abituati ad essere confinati e limitati nel poterci muovere. I nostri ragazzi si danno da fare, portano la spesa a chi non può andare, soprattutto chi è in difficoltà. Sono encomiabili. Li ho visti crescere fin da quando erano piccoli e sinceramente non me l’aspettavo. Anche grazie alla collaborazione con il comune prendono la lista dei generi da acquistare, vanno nell’esercizio di riferimento e consegnano la merce a chi non può muoversi da casa. Non solo: contribuiscono nella distribuzione delle mascherine, portano i sacchi e forniscono altre prestazioni di supporto”.
Campionato in sospeso
Il presidente Tantari poi si sofferma sull’eventuale prosecuzione dei tornei: “E’ opportuno finirla qui. Occorre prendersi un anno sabbatico e mettere le basi per affrontare la nuova stagione in modo serio. In tal senso è necessario fare un passo indietro perché le spese sono davvero folli. Non possiamo pretendere un aiuto dalle attività produttive del territorio. In questo momento devono prima badare alla propria sopravvivenza.
Abbiamo chiesto al presidente l’azzeramento dei costi di iscrizione e di venirci incontro nelle spese di gestione. Si rischia che il 30% delle società non si iscriveranno o comunque avranno molte difficoltà. Personalmente – afferma il presidente - fare la Seconda, la Prima Categoria o la Promozione è indifferente. Ho quattordici ragazzi di Giove su venti e di sicuro non sarà un problema. Il nostro intento è farli divertire, dare impulso alla loro passione. Giocare al calcio, in questi contesti, non lavoro e non porta un guadagno”.
Dalle problematiche ad una bella iniziativa
“Sagre, manifestazioni, feste: le iniziative organizzate anche con il contributo dei club dilettantistici sono a forte rischio. Tutto ciò metterà a repentaglio, anche quella parte di ricavato che poteva apportare benefici per sopperire ai costi di gestione annuale. Anche il settore giovanile ne risentirà moltissimo di questa emergenza. Noi ne abbiamo molti di giovani; puntiamo a non far pagare le rette il prossimo anno ai genitori. E’ un aspetto importante perché, con la crisi, in molti non si potranno permettere di poter pagare le spese per far giocare al calcio il proprio figlio.
Il nostro obiettivo è il benessere dei ragazzi, farli restare in paese, proseguire il processo di crescita anche con i più piccoli. I rapporti con il sindaco Parca sono ottimi e ci consentono di gestire al meglio le strutture sportive a nostra disposizione. Occorrerà fare un passo indietro tutti. Serve liquidità più che prestiti anche perché poi il tutto si andrà a ripercuotere anche sullo sport”.
